È possibile che un fornitore di energia cambi parti del contratto in corso d’opera? Le modifiche unilaterali sono spesso consentite, ma appare evidente che questo possa causare preoccupazione. I precedenti rincari e il peggioramento causato dalla guerra in Ucraina, hanno condotto il costo dell’energia verso i massimi storici. Questo spinge i gestori verso l’eliminazione delle offerte a prezzo fisso bloccato, per puntare su quelle con un prezzo indicizzato. Vediamo nello specifico cosa accade.
Il costo dell’energia sale e le offerte cambiano
L’attuale situazione europea ha condotto verso un aumento smisurato delle tariffe luce e gas nel giro di poche settimane. I consumatori, in massa, hanno cercato, e cercano, rimedi contro il caro bollette.
Pare, però, che la crescita del costo delle materie prime possa impedire ai fornitori di garantire un prezzo stabile, senza incorrere in perdite gravose per le società stesse.
E cosa accade, dunque, alle offerte che propongono prezzi fissi per diversi mesi?
Molti gestori, negli ultimi tempi, hanno eliminato dal ventaglio delle loro offerte le promozioni con energia a prezzo bloccato. Questo potrebbe consentire alle loro casse di riassestarsi.
Appare inevitabile, dunque, che trovare tariffe con prezzi bloccati sarà, via via, sempre più difficile. Nei prossimi mesi, sicuramente, saranno presenti solo offerte energia a prezzo indicizzato.
Cosa differisce tra le due tariffe è abbastanza semplice e intuibile. Le offerte con luce a prezzo fisso hanno un costo di euro per kWh che non muta per tutta la durata del contratto, a prescindere dalle oscillazioni di mercato. Nel caso, invece, delle offerte luce a prezzo indicizzato, il costo di euro per kWh aumenta o diminuisce durante la durata del contratto perché segue l’andamento del mercato.
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Da prezzo fisso a indicizzato: cosa accade
Considerate la crescita dei prezzi, come detto, i gestori possono procedere verso una modifica unilaterale del contratto e passare da un prezzo fisso a uno indicizzato.
In questo caso, però, l’ultima parola resta al cliente che può comunque accettare o meno la modifica e cambiare fornitore.
Perché una modifica unilaterale vada a buon fine la possibilità dev’essere prevista dal contratto.
In ogni caso, il cliente deve ricevere 90 giorni di preavviso, una comunicazione separata dalle bollette e deve contenere la stima della spesa annuale per 1 anno successivo.