Un referendum per eliminare gli Oneri generali di sistema
Nelle scorse settimane, AEPT (Associazione Energia Per Tutti) ha presentato una proposta di referendum con l’obiettivo di eliminare gli Oneri generali di sistema dalle bollette di luce e gas. Si tratta di una voce non legata ai consumi effettivi, ma destinata a finanziare attività di interesse generale nel settore energetico nazionale, come incentivi alle rinnovabili, lo smantellamento delle centrali nucleari e altre misure di sostegno.
Cosa sono gli oneri generali di sistema
I costi invisibili che pesano sulla bolletta
Gli Oneri generali di sistema (OGS) sono una voce parafiscale inclusa nelle bollette elettriche (e da gennaio 2024 anche in quelle del gas), che finanzia scopi collettivi come incentivi alle rinnovabili, smantellamento delle centrali nucleari, sostegni tariffari per il trasporto, bonus sociali, efficienza energetica e altri interventi.
Non sempre è chiaro ai consumatori a cosa servano queste voci: mancano elenchi trasparenti nella bolletta, e spesso si paga anche l’IVA su importi che non coprono consumi reali.
Quanto pesano davvero gli OGS
L’impatto economico su famiglie e aziende
Secondo AEPT, gli oneri generali hanno pesato per oltre 175 miliardi di euro negli ultimi anni, arrivando in alcuni periodi (anche prima della crisi energetica del 2022) a rappresentare fino al 50% del totale della bolletta elettrica.
Normalmente, nella bolletta elettrica standard hanno un peso tra il 20 % e il 25 %; nel caso del gas, si attestano intorno al 3–4 %. Spesso sono inclusi in modo poco trasparente, complicando la lettura e la comprensione del documento.
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Perché il referendum ora
Motivazioni e contesto storico
Gli oneri di sistema risalgono al 1999, introdotti con il decreto Bersani per accompagnare la liberalizzazione del mercato energetico. Nel corso degli anni sono stati oggetto di critiche e interventi temporanei: ad esempio, nel 2021 il Governo sospese gli OGS fino alla fine del 2022 per contenere il caro energia, ma questi vennero reintrodotti a partire dal 2023 e nel 2024 tornarono anche nelle bollette del gas. Più volte, istituzioni come Consiglio di Stato, Corte di Cassazione, Corte dei Conti, Corte di Giustizia europea e persino una legge del Parlamento del 2021 hanno sottolineato come gli oneri non dovrebbero essere considerati un costo diretto del servizio elettrico. Per i promotori del referendum, la questione è quindi prima di tutto di equità e trasparenza: famiglie e imprese dovrebbero pagare in bolletta soltanto l’energia effettivamente consumata, i costi di trasporto e di distribuzione, mentre le altre spese di interesse collettivo dovrebbero essere trasferite alla fiscalità generale e gestite in modo chiaro e proporzionale.
Questa iniziativa referendaria rappresenta un tentativo di affrontare una questione che riguarda direttamente il bilancio delle famiglie e la competitività delle imprese. Con un peso così rilevante, gli OGS sono al centro del dibattito sul futuro delle tariffe energetiche e sulla modulazione del sistema di finanziamento. Se la raccolta firme avrà successo, gli italiani potrebbero essere chiamati a decidere direttamente su una riforma strutturale del sistema.
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